Fumiamo?

“Perché vieni con me?”

“Non so”

“Ormai sono sei mesi che ogni giovedì mi passi a prendere alla stessa ora”

“Sono un abitudinario”

“Non ti stanca questa routine?”

“Sono troppo pigro per affrontare i cambiamenti”

“E perché sempre me?”

“Perché mi affeziono velocemente, a tutto”

“Non sei carino a dirmi così”

“Se vengo con te è proprio perché non voglio preoccuparmi di quello che dico”

“Il fatto che io sia una puttana ti aiuta?”

“Mi rende più libero”

“Più libero da cosa?”

“Dalle aspettative degli altri”

“E allora perché ti sei sposato? Perché hai fatto dei figli?”

“Avevo paura di rimanere solo”

“E ha funzionato?”

“Tu che dici?”

“Però almeno tu, quando torni a casa, hai qualcuno che ti aspetta”

“E’ proprio questo che mi fa impazzire”

“Che qualcuno ti aspetti?”

“Che qualcuno si aspetti che io torni”

“Non può essere solo questo”

“No, hai ragione”

“Cosa pensi quando sei a casa?”

“Che mia moglie parla troppo e che mio figlio è un coglione”

“Tuo figlio quanti ha?”

“Due”

“…”

“T’assicuro che è un coglione”

“Prima o poi te ne andrai da lì”

“Non credo. Te l’ho detto, sono troppo pigro”

“Non riesco a compatirti”

“Non è quello che ti chiedo”

“Lo so”

“Cosa sai?”

“So perché vieni qui, tutti i giovedì sera, alla stessa ora”

“Ah sì? E perché?”

“Perché cinquanta euro sono un buon prezzo per un’assoluzione”

“E anche per un buon pompino”

“Quello potresti chiederlo anche a tua moglie”

“Mi costerebbe molto di più”

“Fumiamo?”

“Ho smesso”

“E perché?”

“Me l’ha chiesto mia moglie”

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