– Il dolore ha una data di scadenza, per fortuna. L’importante è riuscire a neutralizzare i ricordi, che siano immagini, sapori o profumi. Devi farli evaporare piano piano, evitando tutto ciò che potrebbe farli rivivere nella tua testa. Ci vuole tempo, certo. Ma fintantoché riuscirai a non interrompere l’accumularsi delle ore tra la percezione e il ricordo sarai al sicuro: tutto ciò che non ravvivi, alla fine, in un modo o nell’altro si spegne. È un processo ineluttabile. L’unica, vera, forma di difesa dal dolore.
– Gervaso..
– Eh?
– Non puoi ridurti sempre così
– E’ più forte di me, non so che dirti
– Sì, ok, capisco, ma..
– Mi fa male
– Non lo metto in dubbio, però..
– Mi sembra di toccare con mano la sofferenza
– Ma infatti nessuno qua sta contestando quello che..
– Non lo vedi come sto?
– Gervaso, porcoddio, hai rotto il cazzo: sono solo finiti i carciofini sott’olio, domani te li ricompro
– Davvero?
– Sì, davvero
– Quelli un po’ bruciacchiati e con un botto di olio?
– Sì, quelli
– Sicuro?
– Gervaso
– Eh?
– Ma vaffanculo.